sabato 21 aprile 2018

Ti vendo armi ma resta segreto...ora non piú in Svizzera.

Gli affari si fanno e non se ne parla. 
Soprattutto se si tratta di armi la discrezione elvetica è granitica: sapere quale azienda esporta armi, quale tipo e verso quale Paese diventa un percorso ad ostacoli. I funzionari si irrigidiscono e diventano muri di gomma. 
Ebbene, c’è voluta una sentenza del Tribunale amministrativo federale per aprire i cassetti della Segreteria di Stato dell’Economia (Seco). La Seco dovrà fornire a un giornalista della ‘Wochenzeitung’ la lista delle società residenti in Svizzera che nel 2014 hanno fatto richiesta di esportazione di materiale bellico.
La Corte federale ha inoltre ricordato il ruolo dei media che danno un contributo notevole al controllo dell’attività dell’amministrazione. Media come cani da guardia di chi gestisce il potere e della democrazia ma che spesso restano fuori dalla porta, in attesa sullo zerbino. 
Più occhi vigilano, meglio è per tutti. Ci aiuta la legge federale sulla trasparenza che consente a ciascuno (non solo ai giornalisti!) l’accesso ai documenti ufficiali al fine di contribuire all’informazione del pubblico. La realtà è che varie amministrazioni tengono i loro dossier sigillati anche quando dovrebbero aprirli. Ciascuno può far valere i propri diritti sollecitando quella trasparenza che altrimenti rischia di restare solo un articolo di legge. L’iter può essere lungo e scoraggiare alcuni, ma vale la pena provarci, perché solo così cambierà la mentalità di tanti funzionari. (laregione apr 2018)

Quanto sopra in Svizzera e da noi, in Italia?

Il 23 dicembre 2016 è entrato in vigore il cosiddetto Foia (Freedom of Information Act), la nuova disciplina che regolamenta l’accesso agli atti amministrativi e permette a tutti i cittadini di visionare atti e documenti della pubblica amministrazione. Eccezion fatta per alcuni casi in particolare, in cui la PA può rifiutarsi.
In particolare, l’istanza di accesso può essere respinta in caso di necessità di ordine pubblico superiore (segreto di Stato, sicurezza pubblica, difesa militare, stabilità finanziaria ed economica dello Stato) e di tutela della privacy (protezione dei dati personali, libertà di corrispondenza, diritto d’autore e anche segreti commerciali).

Inoltre, le normative estere spesso affermano,  il principio dell’interesse pubblico prevalente, secondo cui le Pubbliche Amministrazioni debbono valutare se l’interesse pubblico alla conoscenza non sia prevalente rispetto all’interesse che viene protetto escludendo i documenti dall’accesso. 
L’inclusione di tale principio nella normativa italiana avrebbe potuto offrire una necessaria guida ai funzionari che si troveranno ad applicare la norma.


In pratica da noi, per i parlamentari di centro-sinistra che hanno approvato la legge, non esiste l´interesse pubblico prevalente. 
Non sapremo mai quali aziende esportano armi e a chi, ma non sapremo nai neanche il bilancio di un Ospedale.




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